MONITORAGGIO - Oasi in città
Si è riusciti a ri-creare “sul cemento” la Natura violata con la costruzione dell’autorimessa interrata. Il risultato raggiunto è stato superiore alle aspettative.
Si è cercato di ricostruire un’area che fosse il più naturale possibile: senza utilizzo di cemento per i camminamenti e/o di elementi artificiali: anche le panche dell’area esterna sono state realizzate con balle di fieno da riciclare!
Si è dato un particolare risalto a creare una serie di piccoli ecosistemi ed atmosfere suggestive e rilassanti. La natura ha fatto il resto. La fauna selvatica che ha trovato nel parco cibo, riparo e luogo di nidificazione è stata molteplice: rondini, merli, passeri, upupe, cince, tortore, gheppi, farfalle, lucertole, gechi, serpenti, rane, libellule, api, bombi, coleotteri, pipistrelli … sono solo alcuni dei tanti animali che hanno colonizzato l’area in appena due anni!
Le piante, grazie alla posizione soleggiata del parco e all’apporto d’acqua dell’impianto di irrigazione centralizzato, nonostante l’esiguo spessore di terreno (appena un metro!) hanno raggiunto notevoli ed inaspettate dimensioni in soli 2/3 anni dall’impianto iniziale. L’evaporazione dagli stomi fogliari delle piante e la preziosa ombra ri-creata stanno avendo un evidente positivo effetto sul microclima dell’area. Inevitabile il contributo all’assorbimento della CO2 nell’atmosfera. Notevole anche l’assorbimento delle acque meteoriche e il conseguente rallentamento del flusso nella rete delle tubature pubbliche.
Il paesaggio naturale appare ricostruito e gli elementi artificiali che circondano il parco (palazzi, mura in cemento, ringhiere in ferro, tubolari e pali della luce) sono stati quasi del tutto mascherati alla vista da siepi e alberi che vegetano rigogliosi. Le folte siepi agiscono anche da barriere naturali fonoassorbenti isolando le “rumorosità” della città (traffico, sirene, cantieri, voci, ecc.) a favore delle “sonorità” della natura (canti di uccelli, scroscio della cascata, ronzio di insetti, ecc.)
L’organizzazione del sistema di gestione e manutenzione dell’area a verde, che prevede periodi precisi di taglio del prato, di diserbo a mano selettivo (lasciando andare in fioritura le erbe spontanee con papaveri, ranuncoli, fiordalisi, alisso, ecc.), di potature razionali ridotte al minimo e secondo natura, di concimazione con compost prodotto dagli sfalci di potatura e dalle alghe raccolte nei filtri del biolago, ha contribuito a migliorare l’approccio e l’esperienza per un nuovo criterio di gestione dei parchi “secondo natura”.
La crescita degli alberi e della vegetazione costituisce un’importante barriera contro le emissioni inquinanti di autoveicoli ed autobus che circondano l’area sui lati (strada trafficata sul Corso Italia, accesso alla scuola, parcheggio pullman turistici) e da sotto (autorimessa, centro collaudo e autolavaggio veicoli).
La creazione del biolago naturale con fitodepurazione (unico nel suo genere in provincia di Napoli) ha fatto conoscere un nuovo modello di progettazione ed una nuova tecnologia che si auspica possa essere copiata, oltre che in altri parchi, anche nelle tantissime strutture ricettive in penisola sorrentina e costiera amalfitana (alberghi, agriturismi, case vacanza, ecc.), andando a sostituire le tradizionali “piscine”, che richiedono un’enorme quantità di acqua potabile e l’utilizzo massiccio di sostanze clorate per la depurazione che, inevitabilmente, contribuiscono ad inquinare, direttamente o indirettamente, il nostro mare.
Dall’oasi inoltre si è creato un piccolo, modesto ma importante mercato di prodotti biologici dell’orto (a metri zero!) che contribuiscono alle spese di mantenimento delle attrezzature del parco da parte dei volontari.
Su decisione dell’amministrazione comunale non si è voluto al momento stabilire un “costo simbolico” di accesso all’area (1 euro a persona) che avrebbe contribuito a selezionare il grande afflusso di pubblico e a foraggiare un fondo cassa per le spese dei lavori di manutenzione e innovazione dell’area. Un giardino, infatti, a differenza del “salotto di casa” che si arreda da subito nei dettagli, è un’entità vivente in continua evoluzione e trasformazione, ragion per cui la sua progettazione e realizzazione non può essere del tutto prevedibile nei particolari, nella misura in cui la crescita, l’adattamento e la risposta delle piante alle condizioni pedoclimatiche del sito richiedono necessariamente interventi successivi ai quali bisogna tenere conto ed adeguarsi.
Il WWF, a seguito di una convenzione stipulata con l’amministrazione comunale, ha attualmente la direzione artistica e scientifica dell’area, mentre un imprenditore privato (a seguito di regolare bando di gara) si è aggiudicato la gestione dell’area adiacente all’Oasi con bar, anfiteatro e parco giochi per bambini. Il gestore del bar su richiesta del WWF sponsorizza liberalmente eventuali spese per la manutenzione ed implementazione dell’area naturale.
L’area naturale si avvale, in ogni caso, del professionale apporto e delle cure periodiche del giardiniere comunale che, assieme al WWF, ha contributo in modo sostanziale alla realizzazione ed allestimento del parco.
Il servizio di apertura e chiusura è assicurato dai volontari del servizio civile (AMESCI).
Il WWF è promotore di tutta una serie di iniziative destinate al pubblico, ai cittadini, ai turisti, agli studenti ed ai bambini, tese a promuovere la conoscenza del parco, della flora della fauna e le tematiche ambientali connesse. E’ stato realizzato un pieghevole sull’Oasi con una cartina disegnata nei dettagli. E’ stata creata una pagina facebook dedicata all’Oasi in città di Sant’Agnello. Si sono organizzati, ad un anno dall’inaugurazione del parco, visite guidate, mostre, convegni, eventi e giornate tematiche (convegno sul verde pensile, mostra fotografica sugli animali del parco, evento nazionale WWF Urban Nature, ecc.); si è creato un power point illustrante tutte le complesse fasi di realizzazione dell’oasi durate due anni. Si sta provvedendo alla cartellinatura di tutte le piante (con nomi comuni e scientifici delle piante anche in inglese) per trasformare il parco in una sorta di museo botanico all’aperto.
Il parco è nato da un’idea e dall’esperienza del presidente del WWF Terre del Tirreno, ed è stato realizzato grazie alla volontà del sindaco di Sant’Agnello che si è avvalso della consulenza del WWF, della passione e competenza del giardiniere comunale e del dirigente dell’ufficio verde pubblico che ha dovuto gestire le complesse pratiche dei finanziamenti e degli appalti.
Il biolago è stato possibile realizzarlo grazie alla professionalità dell’azienda Umor Acqueo di Bologna il cui responsabile è presidente dell’associazione Biolaghetto Italia.
Per la realizzazione del ponte e delle strutture in legno ci si è affidati ad artigiani professionisti locali. Per la cartellonistica e il materiale grafico ci si è avvalsi di uno studio professionale che collabora col WWF Terre del Tirreno. Ai disegni ha collaborato un famoso cartoonist milanese.
Si auspica che tale riqualificazione operata possa essere di esempio per future pianificazione di nuovi spazi pubblici e possa servire a far nascere una nuova conoscenza (e coscienza!) naturalistica. A tale proposito sono già diverse le amministrazioni, ed anche altre associazioni, che hanno contattato il WWF per avere una consulenza per la tutela e riqualificazione di analoghe aree. La stessa amministrazione di Sant’Agnello, visto il grande successo ottenuto, sembrerebbe intenzionata a realizzare a breve un altro parco, su di una superficie di 8000 mq e, stavolta, in piena terra!!!
L’oasi è nata da un’idea/proposta fatta dal WWF che è subentrato su di un progetto diverso che consisteva nel semplice ripristino di un aranceto, distrutto per far posto all’autorimessa interrata, progetto già approvato e finanziato dalla Regione Campania con fondi POR.
L’iter per ottenere una “variante in corso d’opera” avvallata dagli uffici comunali, dalla Soprintendenza e dalla Regione Campania è stato complesso, e se si è potuti arrivare fino in fondo è stato solo grazie alla convinzione e all’entusiasmo del primo cittadino.
Come ogni idea nuova ci si è dovuti scontrare con tutta una serie di ostilità e chiusure da parte di taluni tecnici comunali. Tra gli “scogli” da superare vi è stato quello che, ad oggi, appare l’attrazione del parco, ovvero il laghetto artificiale.
I pregiudizi sulla tenuta dell’invaso, sul timore di un allagamento del garage sottostante e del prolificare di zanzare, hanno reso tortuosa la progettazione del bio-lago.
Non è stato affatto semplice far comprendere come il peso specifico dell’acqua del laghetto sarebbe stato di gran lunga inferiore a quello del terreno (quest’ultimo contiene alberi e vegetazione ed è calpestabile dai visitatori), che l’acqua dell’invaso sarebbe stata sempre la stessa riciclata da apposite pompe a basso consumo energetico e che le zanzare sarebbero state divorate (larve ed esemplari adulti) dalle affamate gambusie … piccoli pesciolini inseriti a tale scopo.
Non è stato facile reperire oltre ai fondi europei ulteriori risorse per ultimare il parco nei dettagli. Tali difficoltà ed imprevisti, uniti ad una scarsa capacità (volontà?) della ditta aggiudicataria del bando a seguire la “direzione artistica” del WWF (artefice di una complessa variante progettuale) e del giardiniere comunale, ha fatto slittare di un anno i tempi di inaugurazione dell’area per apportare miglioramenti e modifiche.
Altra difficoltà è stata quella di far comprendere che tale area avrebbe avuto finalità ed obiettivi diversi da quelli solitamente attribuiti ad un parco a verde. In sintesi il nuovo parco sarebbe stato un’Oasi naturale e non già l’ennesimo parco giochi/zoo, delimitato da ringhiere e cemento, dove rinchiudere i propri bambini tra giostrine, gelati, popcorn e musica.
Non semplice è stato l’acquisto delle essenze arboree che per quantità, specie e dimensioni non erano sempre reperibili sul mercato. In alcuni casi, anche a seguito della forniture tramite MePA, le piante fornite non corrispondevano alle specie richieste, altre volte differivano per forma, dimensione o colore, ragion per cui ci si è dovuti adattare di volta in volta durante le varie fasi di allestimento del parco.
Difficile è stato convincere operai ed architetti della ditta esecutrice delle opere a delocalizzare “impianti illuminanti” in favore di alberi dal valore scenico e naturalistico enorme, come pure nell’ottenere che tubolari in acciaio inox, reti zincate, cestini e oggetti in plastica non fossero usati come arredi e/o elementi nel parco o che, comunque, fossero ben-schermati alla vista o che i vialetti non avessero necessariamente il fondo cementato e le dimensioni di una carreggiata stradale!!! Difficilissimo è stato far comprendere l’importanza del senso estetico, della natura e del bello.
Si è dovuto attendere un periodo di prova per convincere che in un’area naturale (dedicata alla natura, alla botanica, alla lettura di libri, al relax, al birdwatching, allo yoga, alla ricerca scientifica, alla fotografia, alla pittura, alla contemplazione, ecc.) si sarebbe dovuto vietare l’accesso ai cani (per il disturbi all’avifauna e agli animali selvatici), ai fumatori (nel parco è possibile riscoprire i profumi perduti di fiori ed essenze) o ai passeggini (per motivi di transito tra viottoli e dislivelli ricreati oltre che di spazio limitato).
Nonostante si sia trovata una forma di gestione (al WWF va la direzione artistica e scientifica e l’organizzazione di visite ed eventi mentre i ragazzi del servizio civile tramite un progetto dedicato assicurano la presenza costante per apertura e chiusura, controllo e assistenza ai visitatori) tuttavia, allo stato attuale si ha difficoltà a reperire ulteriori risorse per implementare le attrezzature e la crescita dell’area (si ha in previsione di realizzare: alcune compostiere per i rifiuti organici, le tipiche pagliarelle a protezione dell’agrumeto, un capanno di avvistamento dell’avifauna, una torretta per osservazioni astronomiche, una serra per le farfalle, una fontana artistica in terracotta e maioliche, archetti in ferro battuto con rose antiche rampicanti, una scultura raffigurante una libellula, un’area dedicata alle bulbifere, nuove panchine, ulteriori pannelli e bacheche illustrative, un impianto di videosorveglianza, ecc. ) ma si è fiduciosi che ci si riesca in futuro!!!
Il comune di Sant’Agnello è risultato vincitore al premio La Città per il Verde 2017, nella categoria dei comuni da 5.000 a 15.000 abitanti, col progetto di realizzazione dell’Oasi in città.
Il Premio “La Città per il Verde”, istituito dalla casa editrice Il Verde Editoriale, è l’unico riconoscimento nazionale assegnato alle amministrazioni comunali che si sono particolarmente distinte per realizzazioni finalizzate all’incremento del patrimonio verde pubblico o abbiano, attraverso programmi mirati, migliorato le condizioni ambientali del proprio territorio.
Il riconoscimento è stato consegnato il 10 novembre 2017 nell’ambito della rassegna ECOMONDO alla fiera di Rimini con le seguenti motivazioni: “La giuria premia il comune di Sant’Agnello per la realizzazione del parco denominato “Oasi in città”, che ha trasformato in un’area naturale uno spazio posto sulla superficie di copertura di un’autorimessa comunale interrata. La condizione ambientale oggettivamente difficile non ha impedito di creare un allestimento di ecosistemi acquatici e terrestri che formano un gradevole insieme di miniature, rappresentative di biomi vari. Il premio intende anche riconoscere l’impegno dell’associazione ambientalista WWF, coinvolta nel processo progettuale, realizzativo e partecipativo e tuttora impegnata nell’attività di mantenimento dei luoghi, per cui l’Oasi in città è ora un luogo dove cittadini e turisti possono immergersi in un parco che è anche aula didattica all’aperto.”
Sulla rivista ACER (gen/feb 2018) è apparso un articolo col progetto realizzata.