Buone pratiche per il turismo sostenibile
Turismo, economia e ambiente
Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo “Lo sviluppo del turismo sostenibile risponde ai bisogni dei turisti e delle regioni che li accolgono, tutelando e migliorando le opportunità per il futuro. Deve tradursi in una gestione integrata di tutte le risorse che permetta di soddisfare i bisogni economici, estetici e sociali, e contemporaneamente preservi l’integrità culturale, gli ecosistemi, la biodiversità e le condizioni di base per la vita”. Nel 2004 la definizione viene puntualizzata mediante l’individuazione di tre prerogative irrinunciabili del turismo sostenibile: l’uso ottimale delle risorse naturali, che devono essere preservate; il rispetto dell’identità socio-culturale delle comunità ospitanti e il contributo alla comprensione e tolleranza inter-culturale; l’equa distribuzione dei benefici socio-economici sia in termini di occupazione che di servizi sociali. Inoltre il turismo sostenibile deve essere un processo partecipato e costantemente monitorato ed infine deve garantire un alto livello di soddisfazione per i turisti.
Le caratteristiche di sostenibilità
La sostenibilità del turismo in una determinata area dipende dall’equilibrio di molteplici fattori, che vanno dall’ecosistema alle infrastrutture, dagli aspetti socio demografici a quelli economici. Il raggiungimento di una pianificazione turistica sostenibile dovrà essere il risultato di un processo concordato tra le varie parti interessate, e sarà specifica per la località considerata. Per rispondere alla necessità di costruire di un modello di sviluppo adattabile a tutte le realtà ambientali, l’UNEP ha elaborato nel 1997 attraverso il Programma di Azioni Prioritarie, una Valutazione della Capacità di Carico Turistica (Tourism Carrying Capacity Assessment - TCCA). Si tratta di uno strumento di analisi flessibile, ottimale per ogni località considerata, che può divenire parte integrante del processo di pianificazione e gestione del turismo. La capacità di carico turistica è definita dal WTO come “il numero massimo di persone che visitano, nello stesso periodo, una località turistica senza comprometterne l’ambiente fisico, economico e socio-culturale, e senza ridurre la soddisfazione dei turisti”. Questo processo di valutazione tiene in considerazione tre principali gruppi di parametri: fisici e ambientali, socio-demografici e politico-economici, strettamente legati ad un determinato territorio e alla gestione politica locale; inoltre si basa su un attento studio dello stato dell’ambiente e di tutti i possibili scenari di sviluppo. Molte di queste esperienze, tra cui studi condotti anche in Italia (Rimini, Elba, Oristano, Cilento) sono riportate e analizzate nella “Guide to Good Practice in Tourism Carrying Capacity Assessment” (PAR/RAC 2003). Gli obiettivi di sostenibilità turistica riguardanti ambiente naturale sono la salvaguardia del paesaggio e la tutela degli ecosistemi più fragili, la diversificazione di un’offerta turistica che valorizzi le altre risorse territoriali quali il patrimonio artistico, culturale e gastronomico, in modo da ridurre flussi turistici stagionali. Devono essere perseguiti obiettivi di qualità dei servizi offerti e promozione dell’economia locale, basata anche sull’introduzione di nuove tecnologie eco-compatibili. Deve essere garantita un’equità sociale e una crescita economica che si accompagni con il benessere totale della popolazione locale, mediante il coinvolgimento di tutti i soggetti nei processi decisionali. Nella pianificazione e gestione turistica della località deve sempre essere considerata la componente di durevolezza dello sviluppo nel tempo.
Turismo e economia mondiale
Il turismo è un fenomeno mondiale in forte espansione notevolmente mutato dalle sue origini storiche e fautore di profonde trasformazioni in campo sociale, economico e ambientale. Per i prossimi 10 anni si prevede una crescita generale della domanda turistica, con un tasso di crescita annuale molto rapido per i paesi in via di sviluppo, rispetto alle tradizionali destinazioni turistiche. L’impatto economico a livello mondiale è rilevante e potrebbe dare l’avvio ad un processo di arricchimento di molti paesi. Tuttavia in alcuni paesi, in cui la risorsa turismo rappresenta la principale fonte di reddito, il più delle volte il turismo di massa produce gravi squilibri economici e forti disagi sociali. Inoltre l’apertura incontrollata di un’area al flusso turistico, senza un’adeguata programmazione e gestione, provoca inevitabilmente ingenti danni ambientali e culturali.
Turismo e rischi sull’ambiente
Esiste un delicato equilibrio tra turismo, ambiente naturale, identità e tradizioni culturali, che è stato sistematicamente perturbato da decenni di turismo di massa, con scarsa attenzione alla qualità dello sviluppo e alle conseguenze di degrado ambientale e sociale. Si può parlare di una capacità di carico sia ecologica che socio-culturale, caratteristica di ogni località, oltrepassata la quale si determinano forti rischi ambientali, sociali ed economici. Un eccesso di presenza turistica può causare sul piano ambientale danni in zone ecologicamente sensibili, alti consumi di risorse naturali, incremento dell’inquinamento, deterioramento del patrimonio artistico, rispetto agli aspetti storico-culturali delle comunità coinvolte, può contribuire all’appiattimento culturale, alla perdita delle tradizioni locali e a gravi squilibri socio-economici. Le conseguenze di tali eventi si ripercuotono negativamente sull’attrattiva turistica di una località. La presa di coscienza di uno sviluppo dannoso del turismo ha favorito il concepimento di uno sviluppo sostenibile del turismo, basato sull’azione congiunta di turisti, residenti, imprese del settore e amministrazioni, al fine di valorizzare le risorse naturali e culturali locali e nel contempo accrescerne lo sviluppo economico.
Le relazioni tra turismo e ambiente sono state analizzate nel rapporto ISPRA Ambiente: sfida e opportunità per il turismo.